Le cisti renali sono un disturbo molto comune. Spesso asintomatiche, posso dare problemi quando di grandi dimensioni, mal posizionate o complesse. In questi casi, il paziente affetto da cisti dei reni può accusare dolore alla schiena e al fianco e altre manifestazioni tipiche. I possibili rimedi sono due: la scleroterapia e l’asportazione mediante intervento chirurgico.
Tra i disturbi che possono colpire i reni, la formazione delle cisti è uno dei più comuni ma (fortunatamente) anche dei più innocui. Secondo alcune statistiche, une buona fetta di popolazione (tra il 10 e il 20%) presenta cisti ai reni e la quota aumenta considerevolmente con il crescere dell’età (fino a superare il 30% nelle donne e negli uomini con più di 70 anni). Spesso tali cisti vengono scoperte a seguito di controlli di routine e non di esami specifici, visto che non danno sintomi. Il fatto che nella maggior parte dei casi siano innocue (cisti semplici), però, non deve portare a trascurarle completamente. Monitorarle e accertare le loro caratteristiche, infatti, serve ad evitare possibili complicazioni (cisti complesse). Di seguito, un approfondimento per capire meglio cosa sono le cisti renali, da cosa sono causate, con quali sintomi si manifestano e come possono essere curate.
Cosa sono le cisti renali: definizione e tipologie
Volendo partire dalla definizione medica di questo disturbo, si può affermare che le cisti sono delle sacche piene di liquido che si formano all’interno dei reni. Possono interessare solo uno dei due organi, oppure entrambi. Inoltre, può accadere che si formi una sola cisti oppure che si generino una pluralità di queste tasche. Quest’ultimo caso, però, va tenuto ben distinto da un’altra patologia che sembrerebbe affine, cioè il rene policistico, che è invece è una malattia molto più grave e di origine genetica. La principale classificazione delle cisti renali è quella che divide le semplici dalle complesse.
Unità Specialistica di Nefrologia a Roma – Clinica Nuova Itor
Le cisti renali semplici: corticali e perapieliche
Le cisti renali semplici sono delle lesioni benigne che non danno sintomi e non danneggiano la funzionalità renale. A seconda di dove si posizionano, è possibile distinguerle ulteriormente in cisti corticali e perapieliche. Ciò che contraddistingue le cisti semplici è l’assenza di elementi di preoccupazione: il contenuto è interamente liquido e le pareti sono sottili e regolari. In questa ipotesi, il monitoraggio è consigliato solo se la cisti è di grandi dimensioni, perché allora potrebbe avere un decorso doloroso per il paziente, fino a rendersi necessaria la sua rimozione.
Cisti renali complesse
Le cisti renali complesse, invece, non sono altrettanto benigne, perché potrebbero nascondere una formazione tumorale oppure avere origine da un’infiammazione, da un’infezione o da un trauma. Inoltre, sono generalmente dolorose e possono evolvere negativamente fino a compromettere la funzionalità dei reni. Le caratteristiche che possono far temere di trovarsi di fronte ad una cisti complessa sono legate alla presenza all’interno della stessa di setti, calcificazioni, inspessimenti della parete o contenuto iper-denso.
La classificazione di Bosniak
In medicina, per qualificare una ciste come semplice o complessa e per definirne il livello di complessità si utilizza la classificazione di Bosniak, che prevede cinque livelli: I (ciste semplice assolutamente innocua), II, IIF, III, IV (sospetta neoplasia).
Come si formano le cisti nei reni: cause e fattori di rischio
Le cause della formazione delle cisti renali sono ancora oggi un rompicapo per la medicina, non essendo state individuate con certezza. Però, il fatto che l’incidenza di questa patologia cresca con l’aumentare dell’età del paziente, fa pensare che sia collegata all’invecchiamento dei tessuti renali. Questi, indebolendosi, potrebbero cedere e dar luogo alla formazione di diverticoli, che poi si riempiono di liquido e diventano cisti.
Oltre all’età, fattori di rischio per la formazione delle cisti ai reni sono il sesso maschile, la presenza di pregresse disfunzioni renali e l’ipertensione (pressione alta).
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I sintomi delle cisti ai reni
Per quanto riguarda la sintomatologia che accompagna la formazione delle cisti, bisogna sempre distinguere tra semplici e complesse.
Le cisti semplici sono prevalentemente indolori e asintomatiche. Solo quando diventano di grandi dimensioni o si posizionano in un punto particolare possono provocare:
- Dolore ai reni, ai fianchi e alla schiena (perché premono su ossa o organi);
- Rallentamento del flusso sanguigno attraverso i reni;
- Rallentamento del flusso di urina attraverso gli ureteri;
- Febbre (a seguito di infezione)
- Presenza di sangue nelle urine (se scoppiano)
- Aumento della pressione sanguigna
Tali sintomi, invece, sono molto più frequenti nel caso di cisti complesse.
Come diagnosticare le cisti renali: visite ed esami
Per arrivare ad una corretta diagnosi di cisti renale è necessario rivolgersi ad un medico specialista in nefrologia e sottoporsi ad esami di diagnostica per immagine: ecografia renale, in primis, e, in alternativa, TC o risonanza magnetica.
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Prevenzione e cura della ciste renale
Allo stato attuale delle conoscenze mediche, non essendoci chiarezza sulle cause che portano alla formazione delle cisti renali, non è possibile neanche fissare dei protocolli di prevenzione. Per quanto riguarda le cure di questa patologia, invece, sono diverse le opzioni disponibili. In primo luogo, quando la ciste ai reni è semplice e non dà sintomi, non è necessario asportarla, ma ci si può limitare a monitorarla, per evitare che cresca o si trasformi in una ciste complessa.
Quando, invece, è necessario procedere con l’asportazione della cisti? Sicuramente nel caso di cisti complessa ma anche di fronte a una cisti semplice di grandi dimensioni, che provoca quindi dolore (o si teme possa provocarlo nel breve termine). Le opzioni sono due:
- scleroterapia;
- chirurgia.
La scleroterapia
Con la scleroterapia non si rimuove completamente la ciste ma la si rende innocua. Facendosi guidare dall’ecografia e utilizzando un ago lungo e sottile, si raggiunge la ciste e si aspira il liquido che la riempie, sostituendolo poi con una soluzione a base di alcol che la indurisce. Si tratta di una metodica che si svolge in modalità ambulatoriale e in anestesia locale.
L’intervento chirurgico di asportazione della ciste renale
Nel caso si decide di procedere chirurgicamente, invece, la ciste viene completamente rimossa. In una prima fase, si procede a drenare il liquido, come nella scleroterapia. In un secondo momento, però, invece di riempire la ciste con altro liquido, l’involucro viene asportato o bruciato. L’intervento è mininvasivo, perché eseguito in laparoscopia, quindi praticando dei fori di ingresso piccolissimi sull’addome, per introdurre gli strumenti chirurgici necessari. La durata è di circa un’ora e immediatamente dopo l’intervento, il paziente può già essere mobilizzato e alimentarsi autonomamente.
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Articolo revisionato dal Dottor Nicola Pirozzi, specialista in nefrologia presso la Clinica Nuova Itor di Roma