L’anemia da carenza di ferro, detta sideropenica, è piuttosto diffusa, soprattutto tra le donne. Questa forma di anemia può essere causata da perdite di sangue, da mancata assunzione di ferro con l’alimentazione o da problemi nell’assorbimento di questo fondamentale composto. Il risultato è un calo dei valori dell’emoglobina e dell’ossigenazione del sangue che deve essere tempestivamente curato con integrazione o infusioni.
Cos’è l’anemia sideropenica
L’anemia è una patologia che colpisce il sangue e di cui esistono numerose varianti. Nel linguaggio comune, però, questa condizione è associata alla mancanza di ferro nel sangue. E in effetti, l’anemia da carenza di ferro, detta anche anemia sideropenica, è la forma più conosciuta e più diffusa. Ma perché il ferro è così importante per il corpo? La risposta è semplice: è una componente fondamentale dell’emoglobina, una molecola che si trova all’interno dei globuli rossi e che è responsabile del trasporto dell’ossigeno nel sangue.
Per la medicina, si può parlare di anemia da carenza di ferro quando il valore dell’emoglobina nel sangue è inferiore a:
- 13 g/dl nell’uomo
- 12 g/dl nella donna
- 11 g/dl nella donna in gravidanza.
Questa ripartizione è utile anche per indagare i livelli di diffusione di questo disturbo, che ha un’incidenza molto maggiore tra le donne, soprattutto se in attesa di un bambino. Secondo le stime più recenti, infatti, è anemico per mancanza di ferro solo il 3% degli uomini, mentre la percentuale cresce nelle donne (20%) e in particolare tra le future mamme (50%).
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Le cause dell’anemia da mancanza di ferro
Le principali cause che possono scatenare l’anemia da mancanza di ferro sono:
- Mancata assunzione di un quantitativo sufficiente di ferro: legata soprattutto a un’alimentazione non corretta, alla scelta di diete povere di carne (come quelle vegane o vegetariane, se non equilibrate) o alla presenza di disturbi alimentari (come l’anoressia e la bulimia);
- Patologie che diminuiscono la capacità di assorbimento del ferro da parte dell’organismo: è il caso di celiachia, gastrite e Morbo di Crohn;
- Emorragie ed eccessive perdite di sangue: è il caso, ad esempio, delle mestruazioni femminili soprattutto se abbondanti ma anche di possibili perdite occulte interne all’organismo, come in presenza di ulcere, polipi, tumori o infiammazioni intestinali;
- Gravidanza e allattamento: sono fasi della vita di una donna in cui la carenza di ferro può manifestarsi a causa di un aumento del fabbisogno;
- Chirurgia bariatrica.
I sintomi della carenza di ferro
Nel trattamento dell’anemia è importante la diagnosi precoce, perché permette di approntare tempestivamente cure adeguate ed evitare le conseguenze più spiacevoli di questa patologia. Ecco perché è fondamentale prestare attenzione ai campanelli di allarme.
I principali sintomi dell’anemia da carenza di ferro sono:
- Affaticamento;
- Debolezza;
- Pallore;
- Respiro corto;
- Mal di testa;
- Vertigini;
- Irritabilità;
- Difficoltà di concentrazione;
- Sonno disturbato;
- Fragilità di unghie e capelli;
- Mani e piedi freddi;
- Formicolio alle gambe.
Molti di questi sintomi, è bene precisarlo, sono comuni anche ad altre forme di anemia.
Gli esami e le analisi per diagnosticare l’anemia
Prevenzione e cura dell’anemia da carenza di ferro
A seconda delle cause da cui ha origine la mancanza di ferro, è possibile intervenire sull’anemia in modo diverso, sia in un’ottica di prevenzione che di cura.
Per quanto riguarda la possibilità di prevenire l’insorgenza di questa patologia, è senza dubbio di fondamentale importanza curare l’alimentazione. Come detto, infatti, spesso l’anemia da carenza di ferro è frutto di una scarsa assunzione dello stesso attraverso i cibi. Una dieta equilibrata, magari impostata da un dietologo, permette invece di dotarsi del giusto apporto. Tra i cibi consigliati ci sono senza dubbio carne (soprattutto quella rossa) e pesce ma anche le verdure a foglia verde, i legumi e la frutta secca.
Nel caso di anemia già conclamata o dovuta a fattori diversi dalla dieta, però, cambiare regime alimentare può non essere sufficiente a reintegrare i giusti livelli di ferro. In questo caso, le possibili terapie sono:
- Integrazione a base di solfato ferroso da assumere per via orale;
- Infusione endovenosa di ferro (carbossimaltosio ferrico o derismomaltosio ferrico).
Ovviamente, sarà necessario anche agire in parallelo per rimuovere le cause che provocano la diminuzione del ferro nel sangue (ad esempio, fermando le emorragie o trattando le patologie collegate).
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Articolo revisionato dal Dottor dottor Elias Attalla, responsabile dell’ambulatorio anemia presso la Clinica Nuova Itor