Il diabete gestazionale riguarda il 7% delle gravidanze e mette in pericolo sia la mamma che il bambino. Le cause e i fattori di rischio che portano all’insorgenza del diabete in gravidanza sono molteplici ed è importante conoscerli per arrivare a una diagnosi precoce e per approntare le cure migliori.

Uno dei monitoraggi più importanti che si effettuano durante la gravidanza è quello dei valori della glicemia. Per una donna incinta, infatti, è di fondamentale importanza diagnosticare tempestivamente e curare l’eventuale insorgenza di diabete gestazionale, una patologia piuttosto diffusa (si stima che incida sul 7% circa delle gravidanze) e potenzialmente rischiosa sia per la madre che per il bambino. Allo stesso tempo, però, è bene precisare che, allo stato attuale delle conoscenze mediche, i pericoli connessi al diabete gravidico possono essere efficacemente monitorati e evitati. L’importante è avere consapevolezza della severità della malattia e delle sue caratteristiche e non sottovalutarla. Per questo, nell’approfondimento che segue, vengono affrontate le questioni principali legate al diabete gestazionale: cos’è, quali sono cause e fattori di rischio, che pericoli comporta per donna e feto e come si cura.

Cos’è il diabete gestazionale

La definizione di diabete gestazionale è piuttosto semplice: è una forma diabetica che insorge per la prima volta durante la gravidanza. Va distinto, quindi, dai casi di diabete pre-gestazionale, che si verificano quando una donna che ha già una diagnosi di diabete rimane incinta. Nella sostanza, però, poco cambia: in tutti i casi di diabete ci si trova di fronte a un’alterazione dell’ormone dell’insulina che provoca un aumento della quantità di glucosio presente nel sangue.

Come riconoscere il diabete gestazionale: i sintomi

Trattandosi della stessa, con l’unica differenza del momento particolare in cui si manifesta, i sintomi del diabete gestazionale non differiscono da quelli del diabete mellito che colpisce persone non in gravidanza.  Le manifestazioni principali da tenere sotto controllo sono:

La diagnosi del diabete gestazionale e i valori della glicemia nelle donne in gravidanza

La diagnosi del diabete gestazionale prevede:

  • l’esecuzione sia del normale screening per il diabete, con la misurazione della glicemia a digiuno e dopo i pasti (1 ora dopo; nel DM non gravidico la misurazione post-prandiale si effettua 2 ore dopo);
  • l’esecuzione della curva glicemica da carico orale (OGTT), che prevede la misurazione della glicemia dopo aver somministrato alla donna un carico di glucosio.

Per quanto riguarda il classico screening diabete, i valori di riferimento della glicemia sono:

  • <90 mg/dl a digiuno;
  • <120 mg/dl dopo 1 ora dal pasto.

La curva glicemica sotto carico, invece, viene solitamente effettuata nel periodo compreso tra le settimane 24 e 28. Nei casi in cui il rischio di diabete gestazionale sia elevato (grave obesità, precedente diabete in gravidanza o glicemia a digiuno sopra 125 mg/dl a inizio gravidanza), l’esame deve essere anticipato alla 16° settimana. Per questo test, i valori di riferimento sono:

  • <95 mg/dl subito dopo l’assunzione della soluzione glucosata;
  • <180 mg/dl dopo 1 ora;
  • <155 mg/dl dopo 2 ore.

E’ sufficiente un solo valore alterato in curva per arrivare a una diagnosi di diabete gestazionale.

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Le cause e i fattori di rischio del diabete in gravidanza

Le cause dell’insorgenza del diabete gestazionale sono collegate ai naturali e fisiologici cambiamenti che il corpo femminile subisce durante la gravidanza, soprattutto a livello di produzione ormonale. In particolare, a variare possono essere i livelli di insulina prodotti (che diminuiscono) o la capacità dell’insulina di svolgere la propria funzione (cosiddetta insulino-resistenza). Il diabete gestazionale, però, è strettamente legato all’esistenza di specifici fattori di rischio, che rendono necessario un attento monitoraggio. I più comuni sono:

  • Condizione di sovrappeso o obesità (BMI superiore a 25);
  • Familiarità con il diabete (parenti di primo grado);
  • Sviluppo di diabete gestazionale in una precedente gravidanza;
  • Età superiore ai 35 anni;
  • Appartenenza ad etnie a rischio elevato (come le popolazioni dell’Asia meridionale o del Medio Oriente);
  • Glicemia a digiuno superiore a 125 mg/dl già ad inizio gravidanza.

I rischi del diabete gestazionale

Il motivo per cui il diabete gestazionale va diagnosticato presto e curato con scrupolo è dovuto al fatto che l’eccesso di glucosio nel sangue può provocare difficoltà nella gravidanza e nel parto, mettendo in pericolo la salute della mamma e del bambino.

Cosa può succedere alla mamma?

Per la donna incinta, i rischi maggiori sono legati alle difficoltà che si possono riscontrare al momento del parto. Il feto di una donna affetto da diabete, infatti, può svilupparsi maggiormente ed essere quindi più grande della media alla nascita (macrosomia). Questo si traduce spesso nella necessità di ricorrere al parto cesareo. Inoltre, le donne con diabete gestazionale hanno più possibilità di sviluppare il diabete mellito nei 5 anni seguenti alla gravidanza.

Cosa può succedere al bambino?

Per il feto, invece, i rischi sono legati all’incrementata incidenza di aborti spontanei ma anche disturbi alla nascita come:

  • ipoglicemia: la recisione del cordone ombelicale che avviene al momento del parto interrompe il fuso di glucosio in eccesso a cui il neonato era abituato nel ventre materno mentre il corpo del bambino continua a produrre alti livelli di insulina, e questo può tradursi in un drastico abbassamento della glicemia;
  • difficoltà respiratorie: iperglicemia e iperinsulinemia rallentano lo sviluppo dei polmoni.

Glicemia in gravidanza: come tenerla sotto controllo e curare il diabete

Alla luce di quanto detto finora, appare evidente come, una volta ottenuta la tempestiva diagnosi di diabete gestazione, sia di fondamentale importanza seguire un’attenta terapia, impostata da un medico specialista. I rimedi contro il diabete gestazionale sono:

  • Controllo quotidiano della glicemia
  • Cura dell’alimentazione: seguendo una dieta personalizzata impostata dal medico di riferimento, con predilezione per i cibi a basso indice glicemico e un adeguato apporto di frutta e verdura;
  • Terapia farmacologica: necessaria nei casi più gravi o quando la dieta non sia sufficiente a riequilibrare i valori della glicemia, prevede l’assunzione di compresse di metformina o la somministrazione di insulina attraverso iniezioni.

 

Articolo revisionato dalla dott.ssa Barbara Pirozzi, specialista in endocrinologia e diabetologia presso la Clinica Nuova Itor