La cataratta è una patologia molto diffusa, soprattutto in età avanzata, che si manifesta con sintomi progressivi e e può scaturire da diverse cause. L’opacizzazione del cristallino viene ormai facilmente trattata con la chirurgia oculare, utilizzando gli ultrasuoni per eliminare la lente usurata e sostituendola con una artificiale. L’importante, però, è rivolgersi ad uno specialista appena si avvertono i primi segnali della cataratta, per effettuare i dovuti esami diagnostici.
Vista offuscata, colori sbiaditi, intolleranza verso la luce troppo forte. Troppo spesso, in presenza di sintomi di questo tipo, si dà la colpa ad occhiali che non fanno più bene il loro lavoro o a uno stato di eccessiva stanchezza. Invece, potrebbe trattarsi di una malattia specifica: la cataratta. Nulla di particolarmente grave, ma comunque un disturbo su cui è utile intervenire prima che progredisca eccessivamente.
Cos’è la cataratta
La cataratta è una patologia dell’occhio piuttosto comune, soprattutto nelle persone di età avanzata. La sua definizione è semplice: è un’opacizzazione del cristallino, cioè della lente trasparente che si trova all’interno del bulbo oculare, dietro la pupilla. Il compito principale del cristallino è quello di mettere a fuoco gli oggetti e permetterne la visione nitida. Questa lente, infatti, è capace di variare la propria curvatura, e quindi la propria capacità di refrazione della luce, a seconda della distanza a cui si trova ciò che si vuole vedere. Un cristallino opacizzato a causa della cataratta, però, funziona male e quindi rende la visione meno nitida. Inoltre, visto che la cataratta è una patologia progressiva, il rischio è di vedere sempre peggio con il passare del tempo.
Le diverse tipologie di cataratte
In oculistica, esistono vari criteri per classificare la cataratta. La prima divisione possibile di questa patologia è tra:
- cataratta monolaterale, cioè ad un solo occhio;
- cataratta bilaterale, quando invece colpisce entrambe gli occhi (la realtà più comune).
Altre tipologie sono quelle che fanno riferimento al punto del cristallino in cui si verifica l’opacizzazione:
- cataratta nucleare, che interessa la zona centrale;
- cataratta sub-capsulare anteriore, che si localizza nei pressi della capsula, nella zona anteriore;
- cataratta sub-capsulare posteriore, che riguarda sempre la zona vicina alla capsula, ma nella parte posteriore;
- cataratta corticale, che coinvolge gli strati esterni della lente.
Anche l’età di manifestazione della patologia è un criterio che permette di distinguere due tipologie:
- cataratta senile, che si manifesta dopo i 65 anni (la più comune, considerando che dopo i 75 anni, il 90% delle persone sviluppano questa patologia);
- cataratta giovanile (o precoce), che può comparire anche a 30, 40 o 50 anni.
Ulteriore classificazione, poi, è quella basata sullo stadio e sulla velocità di avanzamento dell’opacizzazione. In questo caso, si parla di:
- cataratta iniziale, quando l’opacità è limitata ad una zona specifica del cristallino e non è particolarmente intensa;
- cataratta matura, quando interessa l’intera lente e comporta un’opacità marcata, tanto da rendere il cristallino quasi bianco (cataratta bianca);
- cataratta ipermatura (o margagnana), quando il cristallino assume un colore che tende al marrone (cataratta bruna o brunescente) e la sua struttura tende ad ammorbidirsi perché impregnata di acqua (cataratta intumescente).
Quando il passaggio tra i diversi stadi avviene rapidamente, si può parlare anche di cataratta incipiente, cioè che peggiora in modo veloce.
Come si vede con la cataratta: i sintomi che consentono di riconoscerla
Come già specificato, l’effetto prevalente della cataratta è quello di provocare un peggioramento della vista, che va di pari passo con l’avanzare dell’opacizzazione e che, nelle persone che indossano occhiali, rende questi ultimi alla fine poco efficaci.
Ma come vede una persona che ha la cataratta? I segnali principali sono:
- Alterazione o sbiadimento dei colori (riduzione della percezione del contrasto)
- Immagini sfocate
- Vista annebbiata
- Aloni luminosi
- Sensibilità alla luce intensa
- Modificazione del difetto visivo.
I sintomi descritti, però, non si manifestano necessariamente tutti in contemporanea e la loro presenza dipende anche dalla tipologia di cataratta. In genere, i sintomi iniziali sono molto blandi, a volte impercettibili. Addirittura, in alcuni casi, la cataratta, nelle fasi iniziali, porta un miglioramento della vista da vicino.
Perché viene la cataratta: le cause e i fattori di rischio
Da un punto di vista fisiologico, la cataratta è provocata dall’ossidazione e aggregazione delle proteine che compongono il cristallino. Le cause che scatenano questo processo sono molteplici. La più ricorrente è il naturale invecchiamento dovuto all’avanzare dell’età (la già menzionata cataratta senile). In questo caso, si parla di cataratta primaria, perché non legata a specifiche ragioni esterne. In alcuni casi, questa forma primaria della malattia può presentarsi già alla nascita o poco dopo; si tratta di rari casi di cataratta congenita. Un’ipotesi che va tenuta distinta dalla cataratta ereditaria, che è semplicemente quella che si verifica in chi ha una storia familiare di predisposizione alla patologia.
L’usura fisica, però, non è l’unico motivo che porta all’opacizzazione del cristallino. Tale realtà può anche essere la conseguenza di altre patologie, specifiche dell’occhio o sistemiche (cataratta secondaria). Le più frequenti sono:
- Traumi dell’occhio;
- Infiammazioni oculari (come l’uveite e la retinite)
- Glaucoma
- Diabete e scompenso glicemico
- Assunzione di farmaci a base di cortisone
- Somministrazione di farmaci chemioterapici
- Ipotiroidismo e ipertiroidismo
- Ipocalcemia
Altre situazioni, invece, rappresentano fattori di rischio che possono facilitare l’insorgenza dell’opacizzazione:
- Errata alimentazione (povera di frutta e verdura);
- Tabagismo;
- Abuso di alcol;
- Esposizione eccessiva ai raggi X e ai raggi UV
La diagnosi della cataratta all’occhio
Per diagnosticare correttamente la cataratta è necessario rivolgersi ad un medico oculista che provvederà a svolgere gli accertamenti necessari:
- Esame dell’acuità visiva: normale test di misurazione della vista, che consiste nella lettura, con un occhio alla volta, di un cartellone con lettere di varie dimensioni posto a una distanza predeterminata;
- Biomicroscopia con lampada fessurata: consente di osservare il bulbo oculare, in particolare cornea, iride e cristallino;
- Esame del fondo oculare con oftalmoscopio: permette di ispezionare la parte posteriore dell’occhio.
Curare la cataratta: prevenzione e trattamento chirurgico
Allo stato attuale delle conoscenze mediche, l’unica possibilità di cura per la cataratta è rappresentata dall’intervento chirurgico, che comporta la rimozione del cristallino opacizzato (previa demolizione tramite ultrasuoni) e la sua sostituzione con una lente artificiale. Si tratta di un intervento ambulatoriale, eseguito in anestesia locale e della durata di pochi minuti. Anche il decorso post-operatorio è piuttosto semplice e rapido. Inoltre, da alcuni anni si sta diffondendo anche la cosiddetta chirurgia della cataratta al laser, in cui il bisturi è sostituito da un laser a femtosecondi (da qui anche il nome di femtocataratta).
Leggi l’approfondimento dedicato all’intervento di cataratta
Non esistono, invece, terapie farmacologiche che permettono di prevenire o curare l’insorgenza della patologia. In una logica di prevenzione, ciò che è possibile fare è solo agire sui fattori di rischio o sulle patologie che possono provocare la cataratta secondaria:
- Evitare fumo e alcol
- Curare l’alimentazione
- Tenere sotto controllo la glicemia (se si è diabetici)
- Evitare traumi oculari
- Indossare regolarmente occhiali da sole all’aperto
Articolo revisionato dal Dottor Vittorio Picardo, Responsabile della Unità Operativa di Oculistica presso la Clinica Nuova Itor