L’interventi di cataratta, per l’asportazione e la sostituzione del cristallino opacizzato, è un’operazione di chirurgia oculista piuttosto semplice ma che può destare preoccupazione nel paziente. Conoscere meglio i dettagli su come si svolge e qual è il decorso post operatorio è utile a superare i timori.
La cataratta è una patologia degli occhi che comporta un’opacizzazione del cristallino, la lente trasparente che si trova all’interno del bulbo oculare, tra la pupilla e il corpo vitreo. Di solito, la cataratta si manifesta dopo i 65 anni, perché il processo di deterioramento del cristallino è legato all’avanzare dell’età. Esistono, però, casi di cataratta precoce (o giovanile), che possono avere carattere ereditario o essere conseguenza di malattie sistemiche, come il diabete, o di traumi.
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Allo stato attuale delle conoscenze mediche, non esistono terapie che consentono di rallentare la progressione della cataratta o addirittura di risolverla completamente, ridonando trasparenza al cristallino. L’unica possibilità di cura è uno specifico intervento di chirurgia oculare. Di seguito, una breve guida che ne approfondisce gli elementi essenziali.
Come avviene l’intervento di cataratta: dalla preparazione alle dimissioni
L’intervento di cataratta prevede la rimozione del cristallino naturale opacizzato e la sua sostituzione con una lente artificiale. Si tratta di un’operazione di tipo ambulatoriale, piuttosto rapida e considerata ormai un intervento di routine nei reparti di oculistica. Prima di sottoporsi all’intervento chirurgico, però, è opportuno conoscere le attività preparatorie che devono essere eseguite (e che vengono comunicate dal medico che procederà all’operazione) e le varie fasi di svolgimento.
La preparazione degli occhi all’intervento
La fase di preparazione degli occhi all’intervento è molto importante. Solitamente, infatti, al momento della programmazione dell’operazione, al paziente viene consegnato un documento dettagliato che indica i colliri da mettere, con relativi dosaggi e tempistiche di somministrazione. Si tratta di una profilassi antibiotica e antinfiammatoria che ha lo scopo di evitare il rischio di infiammazioni e di complicanze post-operatorie. Inoltre, se lo ritiene necessario, l’oculista potrà richiedere l’esecuzione di esami di laboratorio di routine e/o specifici. Infine, è necessario informare il medico oculista di eventuali terapie farmacologiche in atto, per dargli modo di valutare l’opportunità o meno della loro sospensione nel periodo immediatamente a ridosso dell’intervento.
Cosa fare il giorno dell’operazione
Per quanto riguarda le prescrizioni relative al giorno dell’intervento di cataratta, non ci sono indicazioni particolari sul come vestirsi, anche se ovviamente è preferibile indossare indumenti comodi e pratici. Per le donne, è meglio evitare il trucco al viso. È importante, però, munirsi di occhiali da sole, da utilizzare subito dopo l’operazione, ed è preferibile farsi accompagnare da una persona di fiducia. Inoltre, nelle cinque ore che precedono l’intervento può essere consumato un pasto leggero.
Come si svolge l’intervento di cataratta: anestesia e rimozione e sostituzione del cristallino
Le moderne tecniche di chirurgia hanno reso l’intervento di cataratta non doloroso, pur se con impiego di alta tecnologia. Viene infatti realizzato in anestesia locale se il paziente è collaborativo. L’anestetico viene somministrato direttamente sull’occhio, per mezzo di un collirio. Una volta ottenuto l’effetto anestetizzante, il chirurgo oculista procede con l’incisione corneale che gli permette di raggiungere il cristallino opacizzato e di frammentarlo, utilizzando una sonda ad ultrasuoni detta facoemulsificatore. A questo punto, il vecchio cristallino può essere aspirato e il medico procede all’inserimento di quello artificiale. Complessivamente, l’intervento di cataratta dura circa 20 minuti. È bene precisare che l’operazione non richiede solitamente l’applicazione di punti di sutura. Oltre la tecnica di facoemulsificazione, è disponibile anche una opzione, che non prevede l’uso di bisturi ma del laser. Il principio di azione, però, è lo stesso.
Quanto costa l’intervento
Se eseguito privatamente, l’intervento di cataratta può avere costi variabili. Presso la Clinica Nuova Itor di Roma (Pietralata) è possibile eseguirlo in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale, pagando il solo ticket stabilito a livello regionale.
Convalescenza e terapia post-intervento alla cataratta
Svolgendosi in modalità ambulatoriale, dopo un’ora dal completamente dell’intervento, il paziente viene rimandato a casa dove svolge tutta la fase della convalescenza e del decorso post-operatorio, durante i quali è molto importante seguire con attenzione le prescrizioni mediche, che si risolvono essenzialmente nell’applicazione di colliri e gel antibiotici (per circa un mese). Nelle prime ore successive all’operazione, l’occhio viene protetto da urti e agenti esterni grazie all’applicazione di una conchiglia trasparente, che potrà poi essere sostituito dall’uso di occhiali da sole. Non è invece prevista, di solito, l’applicazione di un bendaggio. Durante questa prima fase (2-3 ore) è normale avvertire un leggero fastidio all’occhio (come quando si irrita in presenza di sapone o polvere). Dopo 4-5 ore si comincerà a riacquisire una buona capacità visiva. Durante i primi giorni post-intervento è bene prestare attenzione e proteggere l’occhio dalla luce e dagli agenti esterni. Inoltre, si deve evitare di sollevare pesi ed effettuare attività fisica intensa per almeno una settimana.
Le possibili complicanze post-operatorie
Pur trattandosi di un intervento con un buon livello di sicurezza, anche l’operazione alla cataratta può presentare delle controindicazioni e delle complicanze. Nel primo caso, è sconsigliato procedere (se non previa attenta valutazione da parte dello specialista) in presenza delle seguenti situazioni:
- diabete;
- glaucoma;
- patologie della cornea;
- patologie della retina.
Tra i possibili effetti post-operatori indesiderati invece, ci sono:
- aumento della pressione intraoculare (abbastanza frequente e non preoccupante se temporaneo);
- emorragie;
- infezioni.
È normale non vedere bene dopo la cataratta?
La maggior parte dei dubbi e delle preoccupazioni di chi deve operarsi alla cataratta sono legate al recupero della vista dopo l’intervento. Anche perché, subito dopo l’intervento, possono verificarsi alcuni disturbi visivi, raccolti nella lista che segue.
“Non vedo bene da vicino o da lontano”
Come già detto, per tornare a una buona capacità visiva servono almeno 24 ore, ma per godere degli effetti pieni dell’operazione è necessario aspettare qualche giorno. È bene però sottolineare che la rimozione della cataratta migliora la vista, ma può aver bisogno id una successiva correzione ottica mediante occhiali.
“Vedo appannato o annebbiato”
L’appannamento della vista nei giorni seguenti all’intervento è giustificato dall’operazione stessa, che rappresenta comunque un “trauma” per l’occhio, che ha bisogno di tempo per riprendersi. Non serve quindi preoccuparsi, purché si seguano pedissequamente le indicazioni mediche sull’applicazione dei colliri e ci si rechi alle visite di controllo programmate. In questo modo, infatti, l’oculista ha la possibilità di verificare che l’annebbiamento della vista non sia dovuto a un’infezione post-operatoria.
“Vedo doppio”
Anche questa è un’eventualità assolutamente normale nel decorso post-operatorio. E anche in questo caso l’unica cosa da fare è seguire alla lettera le indicazioni mediche e pazientare.
“Vedo mosche volanti, moscerini e puntini neri”
Quelli che vengono comunemente definite mosche volanti sono addensamenti del vitreo che provocano una diminuzione della trasparenza. Quindi si tratta di un disturbo che non ha niente a che fare con il cristallino e quindi non ci si deve aspettare che scompaia dopo la rimozione della cataratta.
“Vedo aloni intorno alle luci”
La visione di bagliori o aloni in corrispondenza delle fonti luminose è un ulteriore realtà ricorrente nel post-cataratta e può protrarsi anche per alcuni mesi.
Articolo revisionato dal Dottor Vittorio Picardo, Responsabile della Unità Operativa di Oculistica presso la Clinica Nuova Itor