Le infiltrazioni di plasma ricco di piastrine (la cui sigla è PRP) rientrano tra le terapie basate sull’uso non trasfusionale di emocomponenti. Si tratta di una pratica di medicina rigenerativa che ha tra i suoi ambiti di applicazione l’ortopedia, in particolare per la cura di tendinopatie e patologie articolari di ginocchio e anca. Di seguito, un breve guida in sei domande e risposte, per capire cos’è, come funziona e quali benefici dà il plasma ricco di piastrine.

Cos’è il PRP?

La sigla PRP, come anticipato, indica il cosiddetto plasma ricco di piastrine, che rientra nel novero delle terapie basate sull’utilizzo di componenti del sangue con finalità non trasfusionale.

In parole più semplici, queste terapie prevedono:

  • il prelievo di sangue dal paziente (mediante un semplice prelievo venoso dal braccio, come avviene per le comuni analisi del sangue);
  • la lavorazione in laboratorio del sangue prelevato;
  • l’infiltrazione del sangue lavorato nel paziente stesso, in apposite sedi.

Nel caso del PRP, sono le piastrine il componente del sangue su cui si concentra la lavorazione in laboratorio e che permette di raggiungere gli effetti terapeutici desiderati. Per questa ragione, prima di procedere con il trattamento, è opportuno sottoporsi ad esame dell’emocromo per verificare la conta piastrinica.

Nel PRP e nelle terapie affini si parla di uso non trasfusionale degli emocomponenti per due ragioni:

  • l’obiettivo non è quello proprio della trasfusione (cioè ripristinare la quantità di sangue presente nel corpo o correggere problemi di coagulazione);
  • l’uso del sangue è autologo, cioè avviene sulla stessa persona da cui è stato prelevato.

Come si ottiene il plasma ricco di piastrine?

Per ottenere il plasma ricco di piastrine utile per le infiltrazioni, il sangue prelevato viene sottoposto in laboratorio a un processo di centrifugazione e ultra-concentrazione. In sostanza, le diverse classi cellulari presenti nel campione vengono inizialmente separate, per poter identificare i componenti utili al trattamento (nel caso del PRP, il plasma), e poi concentrate in un volume più piccolo.

A cosa servono le infiltrazioni di PRP in ortopedia?

In ambito sanitario, le possibili applicazioni del plasma ricco di piastrine e delle altre terapie con emocomponenti sono molte. Questo tipo di interventi, infatti, rientra nell’ampio campo della medicina rigenerativa. Uno degli ambiti di applicazione più importanti è senza dubbio quello ortopedico, dove i risultati di questa tecnica sono migliori rispetto a quelli raggiunti dalle infiltrazioni con acido ialuronico o corticosteroidi. In ortopedia, infatti, il PRP si rivela utile soprattutto per tendinopatie (cioè patologie e sofferenze che riguardano il tendine, come “gomito del tennista” e “tendine di Achille”) e malattie articolari (soprattutto quelle che colpiscono anca e ginocchio). Nel primo caso, il plasma ricco di piastrine consente di rigenerare il tendine danneggiato. Nel secondo caso, invece, essendo la cartilagine una componente non rigenerabile, il PRP è utile per la forte azione antinfiammatoria che produce, migliorando notevolmente la qualità dea vita del paziente.

Quante infiltrazioni di plasma ricco di piastrine servono?

Il trattamento classico con PRP prevede l’esecuzione di 3 infiltrazioni a distanza di una settimana l’una dall’altra. In alcuni casi, il medico di riferimento può valutare di distanziare maggiormente le infiltrazioni, facendo passare due settimane.

Quanto durano gli effetti del PRP?

I benefici del trattamento con plasma ricco di piastrine e la loro durata nel tempo dipende dal tipo di patologie ortopedica che viene trattata e dalle condizioni specifiche del paziente. Come già sottolineato, nel caso di tendinopatia, il PRP consente di rigenerare il tendine e quindi le infiltrazioni portano alla completa guarigione. Solitamente, perciò, non sono necessari ulteriori successivi trattamenti. Nel caso delle patologie articolari, invece, vista l’impossibilità di ottenere la rigenerazione della cartilagine ma solo di contrastare l’infiammazione e quindi il dolore, l’obiettivo del PRP non è curativo e i suoi effetti non sono definitivi. E quindi possibili immaginare l’esecuzione di nuovi cicli di trattamento.

Il plasma ricco di piastrine è sicuro?

La terapia con PRP è assolutamente sicura per almeno tre buone ragioni:

  • l’intero processo è governato da procedure e protocolli stabiliti dal Ministero della Salute, che garantiscono qualità e sicurezza degli emocomponenti a uso no trasfusionale;
  • esiste un Centro Nazionale Sangue che periodicamente revisiona tutta la letteratura scientifica sul tema, per rendere disponibili delle indicazioni terapeutiche sicure ed efficaci;
  • le strutture che praticano le infiltrazioni di plasma ricco di piastrine vengono monitorate da un centro trasfusionale di riferimento (che nel caso della Clinica Nuova Itor è quello dell’Ospedale Sandro Pertini).

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