La riconciliazione farmacologica è fondamentale per garantire cure di qualità al paziente. Al momento del ricovero e nel passaggio del paziente tra reparti o strutture diverse, realizzare un’attenta riconciliazione della terapia farmacologica permette di evitare problemi anche gravi. Al tema, la Clinica Nuova Itor ha deciso di dedicare il proprio impegno di sensibilizzazione in occasione della Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita

Il 17 settembre 2022, in occasione della Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita, che coincide con il World Patient Safety Day, istituito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), la Clinica Nuova Itor ha scelto di avviare una campagna di sensibilizzazione del personale sanitario dedicata al tema della riconciliazione della terapia farmacologica. Si tratta, infatti, di un argomento strettamente correlato con la qualità e la sicurezza delle cure che vengono fornite ai pazienti e a cui il Ministero della Salute, già nel 2014, ha dedicato un documento ufficiale, la Raccomandazione per la riconciliazione della terapia farmacologica (link doc pdf). Una questione, quindi, che merita di essere conosciuta e approfondita.

Cos’è la riconciliazione farmacologico e quando va attuata

La riconciliazione farmacologica è un processo formale che permette al medico di rilevare e conoscere la terapia farmacologica seguita dal paziente e di valutare con attenzione se proseguirla, variarla o interromperla (in tutto o in parte). Tale processo assume particolare rilevanza nelle cosiddette transizioni di cura, cioè quando un paziente viene ricoverato, oppure viene trasferito da un reparto ad un altro o da una struttura ad un’altra. Le terapie farmacologiche prescritte durante questi passaggi, infatti, presentano spesso tra di loro delle differenze che non dipendono né da una mutata condizione clinica del paziente né da una scelta terapeutica dell’equipe sanitaria. Si tratta di discrepanze non intenzionali che però possono danneggiare anche gravemente il paziente, prolungandone la degenza o causandone ricoveri ripetuti. Per questa ragione, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) considera la riconciliazione farmacologica una delle migliori strategie per garantire la sicurezza nella gestione della terapia farmacologica.

Fasi e modalità della riconciliazione della terapia farmacologica

Il processo di riconciliazione farmacologica va effettuato al momento della presa in carico del paziente, o al massimo entro le successive 24 ore. Dal punto di vista operativo, si compone di due fasi:

  • la ricognizione, durante la quale vengono raccolti i dati che riguardano il malato e i medicinali che assume, compresi i farmaci senza obbligo di prescrizione (SOP), Over the Counter (OTC), nonché́ gli omeopatici, gli integratori, i fitoterapici, l’eventuale assunzione di alcool, l’uso di droghe e l’abitudine al fumo;
  • la riconciliazione, che prevede il confronto tra la terapia seguita dal paziente e quella che si vuole impostare sulla base delle attuali condizioni cliniche; è in questo momento che vengono individuate le possibili incongruenze, come sovrapposizioni, omissioni, interazioni, controindicazioni, confondimento dovuto a farmaci Look-Alike Sound-Alike (LASA).

Le due fasi possono coincidere, se vengono espletate dallo stesso medico prescrittore, che è tenuto ad utilizzare un’apposita scheda nella quale evidenziare le decisioni assunte in merito alla terapia.

Le informazioni che devono essere raccolte durante la ricognizione riguardano:

  • il nome commerciale e/o del principio attivo;
  • la forma farmaceutica;
  • il dosaggio;
  • la posologia giornaliera;
  • la data di inizio e la durata della terapia;
  • la data e l’ora dell’ultima dose assunta (con particolare attenzione alle formulazioni a lunga durata di azione e ai farmaci ad alto livello di attenzione);
  • la via di somministrazione;
  • gli eventuali trattamenti a carattere sperimentale, compreso l’utilizzo compassionevole e di farmaci off label (in particolare l’indicazione terapeutica);
  • l’assunzione di omeopatici, fitoterapici e integratori e ogni altro prodotto della medicina non convenzionale.

In caso di dubbio su quanto riferito dal paziente (o da un suo familiare/caregiver) o di incompletezza delle informazioni, deve essere contattato il medico di medicina generale e/o l’equipe medica della struttura sanitaria che ha avuto precedentemente in carico l’assistito per effettuare un processo di ricognizione completo e sicuro.

Infine, è fondamentale che le modifiche alla terapia effettuate siano condivise con il paziente e con il suo nucleo familiare e che siano correttamente riportate nella sua documentazione.