Bere molta acqua può anche fare male. L’intossicazione da acqua, infatti, può causare iperidratazione, che a sua volta determina serie conseguenze a danno di cuore, reni e cervello. Ma quando si può dire di aver bevuto troppa acqua? Quali sono i sintomi e le conseguenze? Si seguito, un approfondimento dedicato a questo tema poco dibattuto.
Bere poco fa male, è risaputo. Ma anche bere troppa acqua fa male, anche se è un tema molto meno discusso. In generale, quindi, si può dire che per il consumo di acqua vale il buon senso che insegna che gli eccessi sono dannosi. Ma come si fa a stabilire quando si sta bevendo troppo e quindi si rischia di incappare in un’intossicazione da acqua? In linea di massima, un adulto di media corporatura dovrebbe consumare tra i 2 e i 2,5 litri al giorno di acqua. Superare questa soglia, però, non significa andare automaticamente in eccesso di consumo e quindi mettere a rischio la salute a meno di preesistenti patologie del ricambio idrosalino. Il corpo umano, infatti, può tranquillamente gestire fino a 4-5 litri di acqua consumati in un giorno, soprattutto se associati, ad esempio, ad intensa attività fisica.
Le cause che spingono a bere troppo: sete intensa e cattive abitudini
La principale ragione che spinge a bere è l’avvertire il senso di sete.
La sete intensa che porta ad assumere elevati quantità di acqua (polidipsia), può essere la spia di una patologia (diabete mellito, diabete insipido, diabete gestazionale, insufficienza renale cronica) o di una condizione di disidratazione (a sua volta conseguenza di febbre, sudorazione eccessiva, perdite gastrointestinali, abuso di alcol, etc). Un aumento del bisogno di bere, infine, può anche nascere dall’assunzione di farmaci che determinano secchezza delle fauci (bocca secca) come alcuni antipertensivi, antidepressivi etc.
In altre circostanze, invece, la sete eccessiva si qualifica come erronea abitudine al bere molto; tale abitudine può arrivare a configurare un quadro di cosiddetto disturbo alimentare (al pari dell’anoressia o della bulimia) che rientra quindi tra le patologie psichiatriche. In questi casi di parla di polidipsia psicogena.
Calcola quanto dovresti bere ogni giorno
Sintomi e segnali che stai bevendo troppo
L’eccessivo consumo di acqua è solitamente segnalato dalla comparsa di sintomi specifici, in alcuni casi simili a quelli di chi beve troppo poco. I più ricorrenti sono:
- Aumentato stimolo di urinare (poliuria);
- Nausea;
- Mal di testa;
- Stanchezza;
- Debolezza;
- Convulsioni;
- Edema o gonfiore degli arti.
Cosa comporta bere troppo: le conseguenze negative dell’iperidratazione
Al di là dei segnali immediati, ciò che più deve destare preoccupazione sono le conseguenze di lungo periodo dell’eccesso e dell’intossicazione da acqua (acuta o cronica), soprattutto a danno di cuore, cervello e in rari casi dei reni.
Quando si beve troppa acqua, infatti, i reni oltre un certo limite non riescono a filtrarla ed espellerla adeguatamente. Tale fenomeno è accentuato nei soggetti con insufficienza renale o cardiaca cronica. Tutto ciò porta ad uno scompenso dell’equilibrio elettrolitico e a una diminuzione dei livelli di sodio nel sangue e formazione di edemi (gambe gonfie). È la condizione di cosiddetta iperidratazione, che comporta anche un aumento di volume delle cellule che, detto in parole semplici, si riempiono d’acqua. Questo è un problema, soprattutto per alcuni tipi di cellule, come quelle cerebrali, che sono contenute nello spazio limitato del cranio. Ed è un problema anche per il cuore, che si trova a faticare di più per movimentare un volume ematico aumentato. In rari casi l’eccesso di acqua neutralizza la capacità del rene di eliminare urine concentrate determinando una dispersione di liquidi (diabete insipido nefrogenico) che alimenta il disturbo primitivo (polidipsia).
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Articolo revisionato dagli Specialisti in Nefrologia presso la Clinica Nuova Itor di Roma